ECCELLENZA DELLA SANITA' PADOVANA
Storie e primati dal
centro trapianti
Non c’era tempo: serviva immediato il trapianto di fegato per il piccolino, un bimbo di nemmeno un anno. Impossibile star dietro ai tempi delle liste d’attesa, quelle dei donatori d’organo deceduti. Ecco l’idea: trapianto da donatore vivente, con il sistema dello split-trapianto parziale d’organo, ovvero, per capirsi, l’espianto dal donatore di un pezzetto del fegato, in questo caso essendo il ricevente pediatrico, sufficiente circa il 30% dell’organo. Possibile perché il fegato ha la capacità di rigenerarsi. A donarlo il papà del bambino. Intervento riuscito con successo qualche mese fa all'ospedale di Padova.
Una bella storia che scalda il cuore, ma in realtà quasi routine rispetto ai primati del centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliera padovana, diretto dal professor Umberto Cillo.
110 i trapianti di fegato effettuati in queste sale operatorie nel 2017, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente, grazie anche all’incremento delle donazioni d’organi che in Veneto ha registrato un +9%, (oltre il +7% a livello nazionale).
Secondi in Italia, dopo il San Raffaele, per la chirurgia mininvasiva del fegato.
Primi a livello nazionale per gli interventi di tumore al fegato: ben 1000 eseguiti l’anno scorso.
In campo senza sosta una squadra di 12 chirurghi, infermieri, anestesisti, rianimatori.
7 chirurghi 2 anestesisti e infermieri in stand by, pronti a partire a qualunque ora del giorno e della notte in 20 minuti nel caso della notizia della disponibilità di un organo. Un lavoro d’equipe che va oltre le 8-10-14 ore d’intervento in sala operatoria.