Attualità di Redazione , 20/11/2020 11:49

Legame di qualità tra Cia e Confesercenti

Maurizio Antonini, direttore Cia Padova

“Vi è uno stretto legame fra gli imprenditori agricoli e i ristoranti, i bar, le strutture ricettive e i locali in genere”.

Cia Padova e Confesercenti del Veneto centrale stringono un nuovo patto di collaborazione, anche alla luce del Fondo Ristorazione istituito dal Governo poco più di una settimana fa. Una misura, quest’ultima, che prevede un contributo a fondo perduto, fino ad un massimo di 10 mila euro per ciascuna attività, per l'acquisto di prodotti delle filiere agricole e alimentari, anche Dop e Igp (inclusi quelli vitivinicoli), da parte di ristoratori, albergatori, mense e catering. A livello nazionale l’esecutivo ha messo a disposizione uno stanziamento di 600 milioni di euro.

Cia Padova stima che da qui alle prossime settimane in provincia arriveranno circa 5 milioni di euro a favore del macrosettore dell’Horeca (Hotel, ristoranti, caffè e catering). “Il mondo della ristorazione e del turismo – sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – è unito a quello dell’agroalimentare da un filo rosso, il cui denominatore comune è la qualità. Le nostre aziende agricole propongono al comparto prodotti eccellenti e supergarantiti. E i clienti, dove sperimentano il top, tornano nelle medesime strutture, si fidelizzano. In ultima istanza, permettono a queste attività di avere un reddito sicuro. Un particolare che fa la differenza, soprattutto nell’attuale contesto storico. Dietro all’egregio lavoro dei ristoratori e degli albergatori si nasconde quello non meno importante degli agricoltori, che fanno dell’alta gamma il loro marchio".

"Stiamo attraversando una congiuntura impegnativa sotto ogni punto di vista - osserva il direttore Antonini – Motivo per cui siamo chiamati a fare squadra con chi mette in tavola le tipicità territoriali e stagionali. Remiamo tutti verso un’unica direzione al fine di dare slancio all’economia locale. Se vinciamo, come alla lunga sarà, vinceremo davvero tutti. Ancora una volta, la filiera agroalimentare si rivela strategia per la tenuta dell’intero sistema”.

“Il Fondo Ristorazione è un primo segnale – analizza Maurizio Francescon, direttore Confesercenti del Veneto centrale – ma non è certo sufficiente a ristorare le perdite che i locali hanno subito dall’inizio dell’emergenza. Come se non bastasse, da qualche settimana a questa parte i pubblici esercizi sono tenuti a chiedere i battenti alle 18; e pure le pause pranzo o caffè si sono ridotte vertiginosamente a motivo dello smart-working. In tanti si sono attrezzati con le consegne a domicilio, però non è la stessa cosa in termini di entrate. Facciamo squadra col mondo agricolo, e la Cia in particolare – prosegue – come già avvenuto in passato coi Farmers’ Lab, poiché nelle nostre tavole vengono proposti prodotti Dop, e Igp, spesso dopo una sapiente lavorazione, oltre ai vini Doc e Docg. In questo quadro gli esercenti rappresentano un presidio quanto a tradizione e territorialità”. Per quanto riguarda le prossime festività, Fabio Legnaro, delegato della Fiepet Confesercenti, si dichiara ottimista: “Il pranzo del 25 dicembre è salvo. Ci auguriamo che i sacrifici che stiamo compiendo oggi portino a nuove aperture durante le vacanze di Natale”.

La scadenza del Fondo Ristorazione, infine, è fissata al 28 novembre. “Chiederemo agli enti competenti una proroga. Serve un iter più semplice, non ulteriore burocrazia”.

Per presentare l’istanza, fino al 28 novembre sarà attivo il portale www.portaleristorazione.it, a cura del Ministero delle Politiche Agricole. I titolari delle attività in questione dovranno collegarsi al sito o, in alternativa, recarsi in un qualsiasi ufficio postale e presentare fatture e pezze giustificative degli acquisti effettuati da agosto in poi di prodotti agroalimentari italiani e/o vitivinicoli. Dopo un primo controllo, sarà versato in automatico un anticipo del 90%. Verificata tutta la documentazione prodotta, verranno emessi i bonifici a saldo del contributo concesso.