Cronaca di Redazione , 23/01/2021 15:17

Mamma guarisce dal covid la lettera del figlio

Cronaca

Rita (nome di fantasia) ha 72 anni e contrae il coronavirus a ridosso del Natale. Nel giro di una settimana le manca l’aria, viene portata con l'ambulanza all'ospedale e poi viene dimessa con l’erogatore di ossigeno attivo a domicilio H24. Il suo calvario attraverso la malattia dura tre settimane, un’esperienza lunga e diretta che tocca con mano tutti i servizi collegati all’emergenza Covid-19.

È il figlio di Rita a darne testimonianza in una lettera che ci ha inviato all'Ulss 6 nei giorni scorsi e che proprio l'Ulss ha deciso di pubblicare. “In queste tre settimane ho avuto modo di relazionarmi con diversi membri del personale ospedaliero e territoriale tra Camposampiero e Cittadella. Da coloro che sono al drive-in a effettuare tamponi a raffica, senza sosta, sempre gentili e sempre col sorriso pur nella situazione di emergenza. Dalla centralinista del 118 di Padova che ho chiamato quella mattina e nonostante l’agitazione per la situazione mi ha subito tranquillizzato e mandato un’ambulanza in neanche cinque minuti. Dal medico, agli infermieri che scesi dall’ambulanza hanno subito monitorato la situazione e agito nel modo più appropriato mantenendo sempre quella tranquillità che ti toglie l’ansia. Dallo stesso medico che prima di dimettere mia mamma mi ha telefonato elencandomi per filo e per segno tutti gli esami che le avevano fatto e per dirmi la terapia da seguire nei giorni seguenti. Dall’infermiere del Pronto Soccorso di Cittadella che ha accompagnato mia mamma alla macchina per la dimissione e mi ha spiegato nel dettaglio l’uso corretto dell’erogatore dell’ossigeno. Dall’unità di Igiene e Sanità Pubblica di Camposampiero che ha sempre telefonato dopo ogni tampone eseguito per monitorare la situazione. Dalla dottoressa della Pneumologia che il giorno successivo alla dimissione mi ha telefonato per spiegarmi in modo competente e minuzioso tutti i test da fare e i parametri da tener sotto controllo. E da quell’angelo dell’infermiera di Pneumologia che ogni giorno telefona per sapere dettagliatamente come sta andando il percorso di guarigione, modificando in base ai dati che le fornisco la terapia da seguire dopo il confronto con il medico. Scrivo questa lettera per ringraziarvi col cuore in mano per quello che state facendo e che farete in questo periodo difficile e tremendo. Siete un fiore all’occhiello, anzi un bouquet”.