Attualità di Redazione , 22/05/2019 16:25

Santo, manca poco alla processione

La Basilica del Santo

Fede e integrazione. Sarà questa la chiave della processione di Sant’Antonio. Un avvenimento atteso da fedeli e non solo. E ormai non manca molto.

Questa inesistente primavera, un maggio che sembra fermo a marzo, non aiuta la memoria collettiva ma ormai ci siamo. L’anno scorso, il 13 giugno, festa padovana per eccellenza, una ricorrenza non solo religiosa, splendeva il sole e faceva caldissimo.

Gruppi di anziani in visita, classi di scolari francesi, disabili in pellegrinaggio. E tanti altri stranieri. Il sagrato oggi si presentava così. Dentro all’oratorio di San Giorgio, che ricorda la Cappella degli Scrovegni di Giotto, viene presentato il giugno antoniano alle porte. Filo rosso di una serie di appuntamenti sacri e laici, dalle messe in Basilica alle mostre nei luoghi storicamente legati al Santo, “è - spiega padre Oliviero Svanera, rettore Basilica del Santo - la conoscenza reciproca, un dialogo che non è solo interreligiosa e interculturale”. Il messaggio dei frati francescani è chiaro oltre che attuale. Sono trascorsi 800 anni da due incontri simbolo che cambiarono la storia del francescanesimo, quello tra san Francesco e il sultano d’Egitto e quello di Antonio coi francescani martiri in Marocco. A questo è dedicato un documentario e una tavola rotonda.

La processione del 13 giugno è soprattutto un evento popolare. Il Santo esce dalla basilica e incontra la città, abbraccia uno a uno tutti coloro che vogliono credere.