Attualità di Redazione , 14/06/2019 16:54

Tra libri e affreschi La biblioteca dei frati

Biblioteca antoniano

Il Settecento veneziano, secondo pittori che non sono i soliti noti, opere scelte dalla Veneranda Arca del Santo, fa tappa a Padova. In un luogo meraviglioso, poco conosciuto, uno scrigno di cultura arrivato integro fino ai tempi nostri. La Biblioteca antoniana ovvero l’antica biblioteca del convento del Santo, il posto dove i frati trascorrevano ore a studiare e a scrivere, apre al pubblico.

Fino al 6 luglio, tra i chiostri del Santo, si potrà visitare l’esposizione della collezione privata Gallo Fine Art.

Un buon motivo per conoscere uno spazio che si è salvato dai bombardamenti, dallo scorrere del tempo. “Qui i morti vivono”, è scritto all’ingresso. Sono i loro manoscritti, fin dal Medioevo a sopravvivere a tutto e tutti

“E’ il luogo dell’identità per noi frati, attraverso i secoli”, commenta padre Alberto Fanton, direttore biblioteca antoniana.

L’ultimo restauro risale ad un anno fa. Anche secondo i curatori della mostra questo è uno dei posti più suggestivi della città.

Paesaggi, il mondo arcaico, l’intensità di una bellissima Venezia, ma anche la vita rurale, i volti della gente comune.

La cornice sono scaffali del 700 colmi di libri. Due giganteschi mappamondi. I primi atlanti stampati.

La biblioteca esiste dal 1450, gli affreschi al 1600.

All’altezza delle cupole del Santo e degli alloggi dei frati c’è una biblioteca dove regna un silenzio terrestre capace di accarezzare il divino.