Attualità di Redazione , 15/06/2019 10:58

Vespa samurai contro la cimice asiatica

Vespa samurai contro la cimice asiatica

Cimice asiatica flagello annunciato dell’estate 2019. Tutte le più fosche previsioni stanno trovando conferma perché la cimice si sta presentando nelle campagne in numero molto più alto dell'anno scorso, quando già distrusse tra il 30 e il 50 per cento delle produzioni frutticole. Si teme perciò un aggravamento del danno rispetto la scorsa annata. Confagricoltura aveva annunciato che il fenomeno sarebbe andato peggiorando e così sta succedendo, perché la cimice si riproduce in modo velocissimo e il freddo invernale non è stato sufficiente a eliminare almeno una parte della popolazione. Ora le cimici, presenti in gran numero, cominciano l’assalto alle colture, a partire dalle pere, dalle pesche e dalle albicocche. Quindi attaccheranno le mele, i kiwi, la soia e infine anche i vigneti.

"Le reti di protezione sono utili, ma servono investimenti ingenti – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova - Quest'anno la Regione del Veneto ha stanziato 300 mila euro per l'installazione di reti di protezione nei frutteti. Soldi rimasti, purtroppo, in buona parte inutilizzati probabilmente per le restrittive condizioni poste dal bando e per un intervento pubblico limitato rispetto ai costi effettivi che devono sostenere le aziende per installare tali protezioni. Sicuramente le reti costituiscono uno strumento utile per limitare i danni, ma non sono risolutive in quanto l'insetto riesce comunque a penetrare nel frutteto. Serve un cambio di rotta perché siamo di fronte a una vera e propria emergenza".

"I peri sono pieni, le ciliegie un disastro. Su ogni albicocca ho contato dalle 9 alle 12 cimici. Per le ciliegie idem, per le pesche pure – si dispera Davide Gemmo, dei frutticoltori di Confagricoltura della zona di Montagnana - E non parliamo del biologico: una catastrofe. Se continua così, tra due anni non ci saranno più frutticoltori, perché non si riuscirà più a fare reddito. Le nostre speranze sono riposte sulla vespa samurai (Trissolcus japonicus), un imenottero che parassitizza le uova della cimice ed è originario della Cina. La sua introduzione in Italia non è ammessa in quanto specie non indigena. Questo antagonista potrebbe rappresentare un efficace mezzo biologico per contenere la popolazione della cimice asiatica. Il Senato, in sede di commissione Agricoltura, lo scorso 16 aprile ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a dare la massima priorità all’adozione del decreto che fissa i criteri per l’immissione nel territorio italiano di specie di insetti non autoctone. Il provvedimento è fondamentale per velocizzare l'introduzione della vespa samurai".

Purtroppo finora le buone intenzioni manifestate dalla politica sono rimaste tali e alla risoluzione parlamentare non è ancora seguito il provvedimento del Governo. Nel frattempo le coltivazioni sono sotto assedio e i frutticoltori temono di perdere completamente il raccolto del 2019. "Come spesso accade, i tempi della politica mal si conciliano con la velocità con cui prolifera e si propaga il flagello della cimice asiatica – osservano Barbetta e Gemmo. "Confidiamo che si arrivi presto a una soluzione”.