Attualità di Redazione , 01/06/2020 9:20

Settimane verdi in 50 fattorie didattiche

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In 50 fattorie didattiche della provincia è tutto pronto per l’apertura delle settimane verdi per bambini. Da oggi, lunedì 1 giugno, come previsto dall’ordinanza della Regione Veneto dello scorso 23 maggio, potranno riaprire i servizi per l’infanzia e l’adolescenza.

Palazzo Ferro Fini ha emanato le “Linee di indirizzo per la prevenzione e il contenimento della diffusione di Sars Cov-2” nell’ambito dei medesimi servizi. Fra le principali, ogni giorno verrà misurata la temperatura ai genitori-accompagnatori (preferibilmente non over 60), ai bimbi e agli operatori.

Sarà presente un educatore ogni 5 bambini fino ai 5 anni di età, uno ogni 7 per i bimbi dai 6 agli 11 anni e uno ogni dieci per i ragazzi dai 12 ai 17 anni. Il gestore sarà inoltre tenuto a trasmettere al Comune nel quale si svolgono le attività, prima dell’avvio del servizio, la dichiarazione di presa visione delle linee di indirizzo regionale e di impegno al rispetto delle stesse; dovrà quindi sottoscrivere con le famiglie il “patto di responsabilità reciproca”. Quest’ultimo prevede, in particolare, che i genitori monitorino le proprie condizioni di salute, e quelle dei figli e dei conviventi, in maniera costante “avvalendosi anche del supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta di riferimento”.

“Gli imprenditori agricoli titolari di fattorie didattiche – commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – hanno tutti fatto un grande sforzo per attenersi alle strettissime regole che informano l’apertura delle settimane verdi. Le stesse fattorie didattiche – prosegue – svolgono una funzione sociale essenziale, a beneficio dei minori. Dallo scorso 22 febbraio bimbi e ragazzini non sono più andati a scuola a causa dell’emergenza sanitaria ancora in atto. Le settimane verdi, dunque, diventano il primo luogo e momento di socialità dopo oltre quattro mesi di buco. Ci sentiamo responsabili nei confronti dei minori, ma, nel contempo, siamo certi di poter offrire un servizio di altissima qualità, anche a vantaggio delle famiglie”.

In agenda potenziali maggiori costi: servono più educatori, oltre alle quotidiane operazioni di sanificazione degli ambienti chiusi. “Chiediamo al Governo e alla Regione che tali eventuali maggiori uscite non vengano scaricate direttamente sugli operatori del comparto o sulle famiglie – precisa Antonini -. Servono aiuti ad hoc come, ad esempio, il buono baby-sitter. Basta che questo non sia corrisposto in qualità di credito d’imposta o trasferito agli addetti fra sei mesi. Nell’attuale contesto la parola chiave è liquidità: gli imprenditori, che hanno dovuto investire maggiori risorse, non devono rimanere scoperti”.

“I bimbi – aggiunge il presidente di Cia Padova, Roberto Betto - sono fra i soggetti che hanno sofferto di più durante la quarantena: ora, negli spazi aperti e sicuri delle fattorie didattiche, potranno recuperare il tempo perduto. Avranno l’opportunità di giocare e cimentarsi nei laboratori manuali mantenendo il distanziamento sociale”.