Attualità di Redazione , 16/09/2020 10:19

Moria di kiwi, perdite per il 50% nella Bassa

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Una misteriosa malattia, la cui origine è ancora sconosciuta, sta colpendo le coltivazioni di actinidia. Stando ai primi dati raccolti da Cia Padova, quest’anno la produzione segna un -20% medio in provincia, soprattutto nella zona della Bassa Padovana, a causa della cosiddetta morìa dei kiwi. Con punte che in diverse aree arrivano ad un -50%. I primi avvistamenti di questo “nuovo” flagello sono datati 2012, ma la situazione è andata sensibilmente peggiorando negli ultimi mesi.

Il valore totale, a livello regionale, del fatturato della produzione di kiwi si attesta sui 27 milioni di euro, per complessivi 3.159 ettari vocati. Per quanto riguarda il padovano, sono 103, in tutto, gli ettari dedicati; 1.039, invece, le tonnellate prodotte, per un fatturato annuo di 792.000 euro (fonte Veneto Agricoltura). Il Ministero alle Politiche Agricole ha fatto sapere che a breve si terrà una riunione del Comitato Fitosanitario Nazionale durante la quale “verrà istituito uno specifico gruppo di lavoro tecnico-scientifico al fine di coordinare le attività di ricerca e definire le linee guida per la gestione della morìa dei kiwi”. In linea generale, si tratta di un fenomeno molto complesso e di difficile interpretazione, date le numerose casistiche osservate. “Le piante che ne risultano colpite – commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – manifestano degli avvizzimenti nella parte aerea e una notevole riduzione dei frutti. L’apparato radicale, inoltre, presenta una diffusa marcescenza nelle radici di diametro minore”.

“Le cause di tale malattia, molto subdola, sono tuttora ignote – aggiunge il direttore – Potrebbe essere un virus, così come il combinato disposto di altre criticità. I produttori stanno tentando di far fronte coprendo le piante o utilizzando sistemi di irrigazione a goccia e specifici portinnesti. Queste difese sembrano però non essere sufficienti: lanciamo un appello alle autorità competenti affinché continuino le loro attività di ricerca al fine di identificare con certezza le cause dei disseccamenti e definire una strategia comune per contrastare un fenomeno che sta mettendo in ginocchio un intero comparto della filiera. Alcuni imprenditori – prosegue Antonini – stanno vedendo, impotenti, le loro piante morire. Non dispongono di strumenti per fermare quella che a tutti gli effetti sta diventando una calamità”.

Il kiwi, ricco di fibre, è particolarmente indicato per i diabetici poiché regola l’assorbimento intestinale del glucosio. Ha un elevato contenuto di vitamina C, che favorisce le difese naturali dell’organismo. “Non possiamo guardare a questa morìa senza far nulla – conclude il direttore di Cia Padova – Vi sono sempre maggiori patologie che tengono in scacco i nostri prodotti di qualità. Motivo per cui serve, oggi più che mai, coniugare la sostenibilità ambientale con la ricerca scientifica. Ovvero, un protocollo ad hoc per preservare le nostre eccellenze, che in ogni caso rimangono garantite e controllate”.