Cronaca di Redazione , 24/10/2020 12:22

"Lockdown a Natale poteva far ripartire"

Andrea Crisanti in laboratorio

"Se in questo momento fossi a capo del Comitato scientifico farei probabilmente tre cose: chiederei l'accesso incondizionato a tutti i dati di mobilità degli italiani, ma anche di comportamenti e di densità di popolazione per capire dove sono le zone più a rischio". Lo ha detto Andrea Crisanti, responsabile della Microbiologia di Padova. Poi "farei una mappa del rischio - ha aggiunto - e chiaramente chiuderei queste zone o mi affiderei a mezzi di contrasto per queste zone". Questo "permetterebbe di guadagnare un po' di tempo - ha rilevato - perchè fondamentalmente il problema è il tempo: mi darebbe il tempo di creare un sistema di sorveglianza attiva e tutto il sistema di traduzione dell'informazione in azione che mi permetterebbe, una volta che i casi si abbassano, di resettare tutto, un contenimento di 3-4 settimane, per poi dare modo agli strumenti di sorveglianza attiva, compresa Immuni, di tenere i casi bassi". Per Crisanti, "non ha senso fare dei lockdown stringenti se poi alla fine non troviamo un sistema per consolidare i risultati. Non possiamo permetterci questi alti e bassi indefinitivamente".

"In Italia in 5 mesi non abbiamo costruito una rete di sorveglianza degna di questo nome". L'accusa è del professor Andrea Crisanti, responsabile della Microbiologia di Padova. "Adesso c'è questa corsa spasmodica a questi test rapidi - ha detto - che hanno dei problemi giganteschi".

"Io non auspico per carità un lockdown natalizio, ho detto semplicemente che era nell'ordine delle cose se i casi continuavano ad aumentare con questa dinamica. Debbo dire la verità che hanno sorpreso pure me". Lo ha detto il professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia di Padova. Il lockdown nelle festività di fine anno, ha ripetuto, "aveva dei vantaggi: le scuole sono ferme, si aggiungeva una settimana, avevamo 4 settimane per fare il reset delle scuole, le attività produttive sono ridotte, si preservavano in qualche modo le attività commerciali, magari stringendo le misure di sicurezza, e sicuramente in questo modo i casi sarebbero diminuiti. Ci avrebbe permesso - ha concluso - di ripartire".

"Se ci troviamo in questa situazione il 'merito' è del comitato tecnico scientifico che si è allineato ad aspettative di tipo politico, ed è sbagliato": l'accusa è del microbiologo Andrea Crisanti intervenuto ad un dibattito organizzato da DigitalMeet, festival digitale che si sta tenendo in questi giorni a Padova. Crisanti ha affermato che un lockdown in questo momento sarebbe utile solo parzialmente, ma poi la situazione tornerebbe ad aggravarsi. "Google, Apple, Facebook, Amazon sono società private che hanno a disposizione una quantità enorme di dati su spostamenti e tracciabilità delle persone - ha sottolineato - dati che se fossero messi a disposizione di chi pianifica la vita sociale ed economica sarebbero utilissimi, purtroppo non li abbiamo". Crisanti ha anche affermato di aver consegnato al Governo un documento a fine agosto in cui dava le linee per uscire dalla crisi alla quale si stava affacciando l'Italia: "non sono stato ascoltato - ha aggiunto - non servono tamponi a tappeto, servono tamponi che consentano di bloccare i positivi e fermare la catena dei contagi. E' per questo che ne servono di più, potenzialmente erano attività che costavano poco". "Senza sapere come si muove il virus un lockdown ora è utile solo a bloccare la situazione - ha concluso - ma poi ne sarà necessario un terzo, un quarto, quello che serve sono le informazioni e i tracciamenti, altrimenti continueremo a navigare in un mare in tempesta senza approdare mai da nessuna parte".