Attualità di Redazione , 29/10/2020 15:26

Covid: protesta per la "chiusra" di Schiavonia

L’Ospedale di Schiavonia

Cresce nella Bassa Padovana la protesta per la nuova "chiusura" dell'ospedale 'Madre Teresa di Calcutta' di Schiavonia che si sta preparando a diventare Covid Hospital.

Ecco il comunicato del gruppo di minoranza del Comune di Monselice: "Con l'innalzamento dei contagi e degli accessi in ospedale torna a crescere la preoccupazione per gli Ospedali riuniti Padova Sud.

All'individuazione della struttura come covid hospital già dalle primissime fasi dell'epidemia si sono aggiunte le previsioni del Piano emergenziale ospedaliero approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 552 del 05.05.2020, confermato con DGR n. 1103 del 06.08.2020 (Piano emergenziale per l'autunno 2020). Siamo consapevoli che la situazione è tale da richiedere misure gravi ed eccezionali; nessuno può sottrarsi alle proprie responsabilità, come singolo, come comunità e come istituzione. Abbiamo, però, anche sempre denunciato che le scelte regionali penalizzano in modo sproporzionato e irragionevole il territorio del Distretto Padova sud, il quale, pur essendo il territorio più vasto, mal collegato e anziano dell'Ulss 6, ha già rinunciato a ben quattro ospedali per la realizzazione del presidio di Schiavonia.

Ai sensi del Piano emergenziale il nostro ospedale ha un totale di 150 posti letto dedicati all'emergenza covid, così distribuiti:

30 terapia intensiva

40 pneumologie a alta intensità di cura

80 malattie infettive

Questi numeri sono paragonabili solo a quelli di grandi strutture ospedaliere (es. Treviso e Dolo) che però sono situate in territori comunque serviti da altri ospedali. Inoltre, al momento, a Schiavonia mancano un pneumologo e un infettivologo in presenza stabile! L'aumento dei pazienti covid, che verranno da tutta la Provincia, e l'attivazione dei posti letto dedicati è destinato ad impattare pesantemente sui servizi. Al di là degli spazi e dei dispositivi impegnati, ciò che più conta è che il personale, già carente per numero e affaticato da mesi di attività intensissima, sarà dirottato solo sui pazienti covid.

Il risultato non potrà che essere la progressiva chiusura di alcuni reparti e, quindi, il taglio dei servizi erogati dal nostro ospedale. Chiediamo di nuovo con forza a chi ha responsabilità dirette per la tutela della salute dei cittadini di questo territorio di vigilare ed esprimersi sulle scelte di Ulss 6 e Regione Veneto. Chiediamo al Sindaco Bedin e a tutti i Sindaci del Distretto di avere loro per primi cura di tutti noi! Se saranno proposte iniziative in questa direzione non faremo certamente mancare il nostro sostegno.

Se non arriveranno segnali concreti di salvaguardia della sanità ordinaria nella Bassa padovana, però, troveremo insieme ai Sindaci e ai cittadini disponibili le forme di mobilitazione più idonee per richiedere la salvaguardia del diritto alla salute per la popolazione di questo territorio".