Attualità di Redazione , 29/10/2020 16:27

Piscine termali: salve dalla chiusura

Terme

Terme, e dunque hotel, sicuramente salvi. Il DPCM del 24 ottobre 2020 ha espressamente escluso dalla sospensione le attività svolte dai centri termali dotati di presidio sanitario obbligatorio o che erogano prestazioni rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

A questo proposito pubblichiamo la nota diffusa dal presidente del Centro Studi Termali Pietro d'Abano Emanuele Boaretto.



"Gli stabilimenti termali del bacino euganeo rispondono ad entrambi i requisiti sanitari e assistenziali, in virtù dell’autorizzazione sanitaria che i Comuni rilasciano secondo le normative vigenti per il settore. In ottemperanza a tali norme le strutture erogano tutte le prestazioni consentite mettendo a disposizione dei propri ospiti camerini di cura, reparti inalazioni, vasche idromassaggio e piscine per la balneoterapia", dice Boaretto.

"I bagni termali in particolare sono una prestazione strettamente vincolata alle proprietà anti-infiammatorie dell’acqua salso-bromo-iodica", prosegue.

“La gestione dei servizi termali, nella loro interezza, è riconducibile a presupposti sanitari, dai quali non esulano le piscine quando organicamente e funzionalmente annesse al reparto cure. La prestazione termale supervisionata dal direttore sanitario dello stabilimento o dal medico termalista, in questo caso è accessoria, sinergica e complementare alle prestazioni rientranti nei LEA,” aggiunge Fabrizio Caldara, Direttore Centro Studi Termali Pietro d’Abano.



"In questo momento di preoccupazione per l’aumento dei positivi al coronavirus le strutture termali rappresentano una destinazione sicura grazie all’applicazione di regole interne molto rigide e che non consentono assembramenti. Lo stesso Centro Studi ha contribuito alla stesura delle linee guida per la gestione del rischio negli stabilimenti termali, utilizzando un approccio scientifico estremamente conservativo e di massima attenzione, che rientra comunque nella logica operativa consueta di un’attività sanitaria", prosegue la nota ufficiale del centro studi termali.

"Nonostante le enormi difficoltà connesse con un calo della domanda mediamente superiore al 70%, a difesa della continuità aziendale e dei posti di lavoro, le nostre strutture nel rispetto del DPCM stanno attualmente proseguendo tutte le loro attività.

Non sussistono al momento ordinanze restrittive o chiarimenti del Ministero della Salute che possano farci pensare diversamente”, concludono i rappresentanti del centro studi.