Cronaca di Redazione , 30/10/2020 12:30

Raffreddore rende grave Covid:lo studio a Verona

Coronavirus

Un recente raffreddore causato da un comune coronavirus potrebbe favorire una forma più grave di COVID-19 in caso di infezione da SARS-CoV-2. È la possibilità emersa da uno studio coordinato da esperti dell'Università di Verona e pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology. Secondo gli autori del lavoro - Alberto Beretta del Solongevity Research di Milano, Martin Cranage, del St.George Hospital di Londra e Donato Zipeto dell'ateneo scaligero, la ragione di questa interferenza tra raffreddore e SARS-CoV-2 risiederebbe in un fenomeno chiamato "immunità crociata", dovuto alla somiglianza tra SARS-CoV-2 e il virus del raffreddore, il coronavirus umano OC43 (HcoV-OC43).

L'ipotesi proposta è che l'immunità 'incrociata' non sia protettiva, spiegano gli autori, ma contribuisca alla malattia Covid amplificando la reazione infiammatoria tipica delle forme gravi di COVID-19. L'insieme dei dati analizzati, spiegano, suggerisce che al momento dell'infezione con SARS-CoV-2 possano essere attivate due tipi di risposte anticorpali: una specifica per il SARS-CoV-2 e l'altra indotta da una precedente infezione da altri coronavirus (dei quali il più importante sembra essere l'OC43) che non neutralizza ma, al contrario, favorisce la malattia. A seconda della risposta prevalente la malattia da SARS-CoV-2 può avere un decorso più o meno favorevole.

Questa ipotesi fornisce una spiegazione possibile all'andamento stagionale della COVID-19, che potrebbe essere esacerbata da una precedente infezione con coronavirus del raffreddore, spiegano gli autori. Se confermata, potrebbe portare allo sviluppo di test per rilevare la presenza nei pazienti di anticorpi potenzialmente dannosi, in modo da calibrare le terapie in funzione della risposta immunitaria del paziente, e per l'ulteriore validazione della sicurezza dei vaccini contro il SARS-CoV-2 attualmente in fase di sperimentazione.