Cronaca di Redazione , 04/12/2020 14:12

Laboratori tessili non in regola, un arresto

Sequestro di laboratorio cinese irregolare

I Carabinieri della Stazione di Camposampiero con i militari del Gruppo Carabinieri Tutela Lavoro di Venezia, del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Nucleo Carabinieri Tutela Salute di Padova, a cui si è aggiunto anche personale della Guardia di Finanza di Cittadella, sono stati impegnati nel controllo di tre laboratori tessili gestiti da cittadini cinesi con lo scopo di prevenire e reprimere il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’occupazione di manodopera non regolare o peggio clandestina.

Nello specifico i controlli hanno riguardato due laboratori facenti capo a una donna cinese del 1983 titolare di una ditta con sede nell'Alta padovana. Analogo controllo è stato eseguito, in contemporanea, anche nei confronti di un altro laboratorio il cui legale rappresentante è un cittadino cinese del 1960, residente nella sede dell’azienda.

L’attività d’indagine è iniziata con i servizi di controllo del territorio che hanno fatto emergere un insolito andirivieni di cittadini cinesi in alcuni stabilimenti di confezioni tessili dei comuni sopra indicati. Il tutto lasciava presumere l’impiego di manodopera in nero e clandestina: le forze dell'ordine hanno dunque riferito alla Procura della Repubblica di Padova che ha emesso un decreto di perquisizione a carico delle tre aziende, facendo scattare l'operazione alle prime luci dell'alba di ieri nei due laboratori facenti capo alla donna cinese arrestata. Nella circostanza sono stati trovati 35 cittadini cinesi che vivevano in condizioni precarie e venivano sistematicamente sfruttati come lavoratori irregolari negli stessi locali. Di questi 23 sono risultati essere clandestini e privi di documenti. Inoltre, sono state riscontrate numerose violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e della normativa in materia di prevenzione della diffusione del coronavirus. Sono state elevate sanzioni penali per 290mila euro e amministrative per 120mila Euro. La titolare dell’azienda è stata tratta in arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e occupazione di lavoratori clandestini. I 23 cittadini cinesi clandestini sono stati identificati e deferiti in stato di libertà per il reato di immigrazione clandestina. Le sedi aziendali sono state sequestrate e l’attività lavorativa è stata sospesa.

Analoga attività è stata svolta nei confronti del terzo laboratorio di confezioni tessili, dove sono state contestate sanzioni penali per un totale 104 mila euro e amministrative per un totale di 5 mila euro, con sospensione dell’attività lavorativa e sequestro, a titolo cautelativo, di 8mila euro in contanti nascosti all’interno di un furgone.

Durante i controlli è stata anche riscontrata l’attività di confezionamento di tute protettive simili a quelle per uso sanitario nei luoghi di cura. In relazione alle stesse sono in atto le opportune verifiche finalizzate a ricostruire la catena di distribuzione e la regolarità della stessa.