Politica di Redazione , 07/01/2021 9:12

Riapertura scuole: "Ora serve piano ad hoc"

Arturo Lorenzoni

"Siamo chiamati a riaprire le scuole superiori, in completa sicurezza. La soluzione è un piano ad hoc che comprenda vaccinazione per gli insegnanti, trasporti e ingressi scaglionati. Lo dobbiamo ai nostri giovani". Lo afferma Arturo Lorenzoni, portavoce delle opposizioni in consiglio regionale, che chiede che organizzazione e frequenza delle scuole secondarie di secondo grado siano in testa all’agenza della politica nella gestione della crisi pandemica.



"Dal 24 febbraio del 2020 e fino al 31 gennaio di quest’anno gli studenti veneti delle superiori saranno andati a scuola, in presenza, solamente 38 giorni. Sempre che l’ultima ordinanza del presidente della Regione non venga addirittura prorogata", ricorda il docente universitario padovano. "Riaprire al più presto gli Istituti superiori, in totale sicurezza è una priorità per oltre 200mila allievi, dalla prima alla quinta superiore".



LA CRITICA A ZAIA

"E invece – aggiunge - Zaia ha scelto ancora una volta la via più facile. Durante la pausa natalizia i dirigenti e i docenti hanno rimodulato gli orari, in vista della riapertura, peraltro confermata più volte dal Ministero all’Istruzione e dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il personale si è organizzato in maniera professionale, al fine di garantire una reale ripartenza. Nessuno ha comunicato loro che non sarebbe andata così. Salvo poi scoprire, al consueto punto stampa di lunedì 4 gennaio (cioè solamente pochi giorni prima), che l’attività scolastica sarebbe continuata in Dad, almeno fino al prossimo 31 gennaio”.



"Qui non sono in discussione il numero dei contagi e la drammatica preoccupazione per gli effetti sul sistema sanitario – precisa Lorenzoni – bensì il valore che intendiamo dare all’Istruzione, soprattutto in un’età delicata qual è l’adolescenza. C’era tutto il tempo per redigere un piano ad hoc di rientro, che comprendesse trasporti, ingressi scaglionati, se necessario classi divise. Stiamo tutti attraversando un periodo straordinario, motivo per cui servono misure altrettanto straordinarie per il mondo della scuola. Sempre che quest’ultima venga ritenuta un servizio essenziale, a beneficio della comunità". L’impressione è che "i nostri ragazzi siano considerati dei meri potenziali vettori del virus, non come persone che hanno bisogno di formazione, dialogo a tu per tu, contatto umano per una loro completa formazione. In classe, in presenza, gli allievi non ricevono delle asettiche nozioni relativamente alle diverse materie del loro ciclo di studi, ma hanno la felice opportunità di porre le basi per diventare le donne e gli uomini di domani".



LA PROSPETTIVA

"Ridurre l’azione amministrativa alle risposte di difesa con le limitazioni agli spostamenti e non iniziare nemmeno un ragionamento di prospettiva su tale argomento – conclude il portavoce dei consiglieri di opposizione – significa abdicare alle nostre responsabilità di adulti, prima che di amministratori del bene comune. Chiudere tutto per un tempo così lungo, oltre la risposta immediata all’emergenza, in ultima istanza, è una sconfitta per la società".