Attualità di Redazione , 22/01/2021 13:28

Si torna al lavoro nei campi: +10%

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E’ il Veneto con 6 miliardi di euro ad incidere sui primati dell’agricoltura italiana che si classifica nel 2020 al primo posto in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro). E se a livello nazionale le unità di lavoro sono diminuite del 2,4% le oltre 60 mila aziende agricole venete hanno garantito occupazione a 74.300 unità pari ad una crescita del +10%. I numeri sono in controtendenza rispetto all’andamento nazionale con i lavoratori dipendenti (+42,4%), mentre diminuiscono gli indipendenti (-1,9%). E’ quanto sostiene Coldiretti confrontando i dati di Veneto Agricoltura con quelli diffusi dall’Istat sul rapporto 2020.



Sulla manodopera stagionale – sottolinea Coldiretti Veneto –pur registrandogli effetti della chiusura delle frontiere e la mancanza di strumenti flessibili come i voucher semplificati per studenti, pensionati e cassa integrati, durante il lock down la campagna ha assorbito le professionalità degli altri settori dando lavoro a 21mila persone. L’annata agricola 2020 non può non tener conto degli effetti dell’emergenza sanitaria. Il settore agricolo ha subito ingenti danni, ma meno di altri. Tanto nella prima quanto nella seconda ondata della pandemia il blocco imposto a bar, ristoranti, agriturismi e agli spostamenti si è fatto e si sta facendo sentire sulla filiera degli allevamenti e sulle altre aziende che li riforniscono. Particolarmente colpiti gli agriturismi e le attività dei servizi offerti dalle aziende agricole (fattorie didattiche, centri estivi in fattoria), che registrano perdite di fatturato nell’ordine del -50% rispetto al 2019.



Perdite dirette e pesanti si sono avuti nel comparto del florovivaismo con le chiusure e lo stop a cerimonie ed eventi che hanno costretto a portare al macero fiori e piante mentre l’agriturismo è stato travolto dal crollo del turismo e dalle chiusure forzate con perdite milionarie. Si sono inoltre verificati – continua la Coldiretti Veneto- fenomeni speculativi, per esempio sul prezzo del latte, della carne ma anche per gli ortaggi dove i compensi riconosciuti agli agricoltori sono scesi anche sotto i costi di produzione.



I risultati economici del 2020 – spiega Coldiretti Veneto - confermano che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti sul territorio sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro. Tuttora le imprese agricole spingono con nuove progettualità mettendo in campo innovazione e soluzioni aperte ai servizi per la collettività. In un contesto poco incoraggiante il comparto continua a dare dimostrazione della sua forza produttiva date dalle nuove generazioni che investono in sostenibilità ambientale, coltivazioni ecocompatibili, valorizzando la biodiversità. Un fenomeno che va seguito con attenzione con politiche all’altezza del potenziale manifestato dagli operatori conclude Coldiretti Veneto - Servono segnali di giustizia ed equità evitando di abbassare la guardia verso le grandi lobby che controllano la catena alimentare. Trasparenza e regole chiare daranno dignità alle filiere identitarie per mettere in sicurezza milioni di cittadini e consumatori.