Attualità di Redazione , 26/01/2021 12:10

Fondi europei: 119 mln per famiglie e imprese

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“Quello appena trascorso è stato un anno che ricorderemo a lungo. Lo scardinamento della quotidianità ha avuto risvolti pesanti a tutti i livelli ma nessuno può negare che la Regione del Veneto si è mossa per tempo. E nell’ambito della politica di coesione, nonostante la situazione straordinaria, ci siamo attivati tempestivamente e con grande impegno per far fronte alla crisi e trovare le risposte più adeguate e più efficaci, trasferendo i fondi del POR FSE a misure di risposta all’emergenza “COVID-19”. Una modifica del Programma che ha ricevuto l’approvazione della Commissione europea a riprova dell’ottimo lavoro svolto”.

Così l’Assessore al lavoro e all’istruzione Elena Donazzan introduce la presentazione del bilancio dell’anno appena trascorso per quanto riguarda l’attuazione del programma POR FSE Veneto 2014-2020. “Abbiamo cercato di rispondere all’emergenza con misure straordinarie – continua Donazzan - e allo stesso tempo di dare continuità ad attività ordinarie consolidate di grande efficacia, come ad esempio le Work Experience e l’iniziativa Outplacement. Alcune delle attività già in programma sono state completamente riprogettate per rispondere alla nuova condizione emergenziale, che ha impedito la presenza alle attività formative, che costituisce il fondamento di ogni processo di sviluppo delle competenze”.

Ad aprile 2020 la Regione ha pubblicato un bando innovativo, “Il Veneto delle donne”, che introduce alcuni strumenti indispensabili, come il voucher di connessione, e ne innova profondamente quelli già attivi, come il voucher di conciliazione. Nello stesso mese è stato approvato anche un nuovo bando, “Percorsi”, finalizzato ad aumentare o a ricostruire le competenze delle persone in cerca di lavoro.

Successivamente, in seguito ad una serie di incontri con il Ministero per la coesione territoriale, la Regione del Veneto ha stipulato un patto con il Ministro Provenzano, firmato il 10 luglio, con il quale tenuto conto dei dati disponibili sugli impatti della pandemia, è stato definito un piano degli interventi emergenziali e l’ammontare delle risorse trasferibili dal POR FSE 2014-2020.

Sono stati, quindi, trasferiti 119,7 milioni di euro su 764 complessivi del POR FSE, a misure emergenziali in risposta all’emergenza “COVID-19” a vantaggio del territorio veneto. Grazie all’Accordo concluso con il Governo sarà comunque possibile proseguire gli interventi a suo tempo programmati, con corrispondenti risorse del Fondo Sviluppo e Coesione che verranno restituite al Veneto.

Di questi 11 milioni di euro sono stati riprogrammati per progetti di rilancio dedicati ai settori più colpiti (turismo, cultura e spettacolo), 18 milioni alle famiglie per l’accesso a servizi educativi e socioassistenziali per minori e non autosufficienti, attività scolastiche ed extrascolastiche e 90,7 milioni di euro per misure dedicate ai che sono state redistribuite come segue:

• 42 milioni di euro a copertura delle spese nazionali per la CIG in deroga

• 34,7 milioni di euro di contributi salariali per il reintegro dei lavoratori cassaintegrati (in attuazione dell’art. 60 DL Rilancio): 8.179 lavoratori coinvolti

• 10 milioni di euro a sostegno alle imprese venete che assumono giovani: il bonus occupazionale per i giovani è erogato sia in caso di instaurazione di nuovi rapporti di lavoro che in caso di trasformazione di rapporti di lavoro a termine.

La Regione ha aggiunto ulteriori risorse regionali per alcune misure (7,1 milioni di euro) come - ad esempio - il sostegno al reddito per dipendenti delle Ipab, il Bonus una tantum per persone con disabilità impegnate in tirocinio, per la continuità delle attività formative degli studenti delle scuole della formazione professionale ecc. “Tra le varie iniziative di sostegno all’occupazione in una condizione particolarmente critica – conclude l’assessore Elena Donazzan – mi piace ricordare l’investimento di 9 milioni di euro dedicati a “Il Veneto delle donne”, bando con cui abbiamo sostenuto le iniziative per favorire la conciliazione tra vita privata e vita professionale. Credo che si sia trattato di un’attenzione speciale che la Giunta ha voluto riservare alle persone che sono state particolarmente colpite in una fase di pandemia e che, oltre alle mille difficoltà della vita quotidiana, si sono viste caricate di altre gravose incombenze derivanti dai nuovi modelli di lavoro e di scuola”.